domenica 17 agosto 2008

Sentiero Cà di Lofa

Giovedì abbiamo ripristinato al suo antico splendore il sentiero che dalla fontana di Cà di Lofa in Dalico arriva al bosco verso i Cà Vegi.

Circa 200 metri nel prato litigando con le radici delle felci verso Cà di Lofa e con le radici delle piante verso il bosco.

Il sentiero è stato ottenuto da 5 persone in una mezza giornata (anche se un pezzo è stato fatto il giorno prima!) con zappa (da prato) e badile per una larghezza di circa mezzo metro.

Il tracciato è risultato pressochè pianeggiante (nel tempo si erano formate alcune tracce con saliscendi) ed è stato realizzato un passaggio fra le felci per scendere nel bosco circa a metàIMG_1595 .

Sistemato anche qualche albero caduto nella parte che passa nel bosco e la salita dalla strada asfaltata.

IMG_1592

Il sentiero visto da Cà di Lofa

IMG_1597

La vista dal bosco prima dell'intervento IMG_1523

e dopo IMG_1594 .

Adesso manca solo una decina di metri per congiungere il sentiero che sale dalle Moiane con quello che passa sotto ai Cà Vegi.

Fatto questo è completo l'anello Cà Vegi-Cà di Lofa-Moiane.

"Svizzero? No, del Dàlec!"

mercoledì 13 agosto 2008

Fortificazioni della seconda guerra mondiale a S.Giovanni

Grazie ai racconti degli anziani di Castionetto che abbiamo raccolto nel passato (e stiamo tuttora raccogliendo) siamo venuti a sapere di 3 grotte create durante la seconda guerra mondiale dalle forze armate tedesche.

Le grotte sono nel territorio di Teglio nella frazione di S.Giovanni e questa sera siamo andati con uno stranamente folto gruppo di formiche a farci un giro.

La prima (Fortificazione 1 sulla foto) si trova prendendo la strada che scende verso il fondo valle verso la località Brione uscendo dalla SP un centinaio di metri dopo i due ponti dopo Castionetto.

Dopo i due tornanti dove finisce la strada cementata sulla sinistra c'è una boschina.  In mezzo trovate una scala in pietra che sale dopo una trentina di metri sulla sinistra ci sono le due entrate.

IMG_1571

La struttura di queste grotte è

image

 

Venivano usate come rifugio dei militari che tenevano sotto controllo il fondo valle.

All'interno sono alte circa un metro e ottanta.

IMG_1569

La seconda rimane sopra la strada provinciale più o meno all'altezza di dove si è presa la strada per la fortificazione 1.

Questa ha le entrate quasi occluse e davanti ha un bello spiazzo circondato da una fortificazione quasi totalmente distrutta.IMG_1585

La terza non l'abbiamo visitata ma dovrebbe essere appena sotto il tornante di S.Giovanni.

image

sabato 9 agosto 2008

Cartello presentazione torre di Castionetto

Abbiamo appeso nella bacheca nei pressi della torre di Castionetto un cartello (foglio A4) con alcune indicazioni storiche minimali per i visitatori.

Grazie a Giorgio Baruta e in collaborazione con il comune di Chiuro stiamo preparando un cartello più curato sia esteticamente che nei contenuti.

Di seguito il testo...

TORRE DI CASTIONETTO

E’ una costruzione poderosa (lunghezza m.11- larghezza m.11 altezza m.15) rispetto a quelle sopravvissute di Teglio, di Castello dell’Acqua, le due torri comprese nei rispettivi castelli del Grumello, la torre di Mancapane sopra Montagna, le due torri di Castel Masegra, la torre del Castello di S.Maria di Tirano e quella compresa nel Castello di Bellaguarda di Tovo S.Agata.

La torre di Castionetto aveva una completa autonomia difensiva e di avvistamento verso la valle e anche verso le vie che conducevano nei territori elvetici attraverso la Val Fontana.

Significativi sono gli aspetti formali, che provengono dalla tradizione architettonica lombarda, ove sono riprese le forme “costruttive” esaltate anche dai materiali adottati e dalla qualità del dettaglio: le finestre archiacute ottenute da conci giustapposti. L’unitarietà che presentano i fronti sono il risultato di scelte costruttive che derivano dall’unificazione dei misure e di materiali, fissate per corsi in pietra e per gli angolari con le caratteristiche “bugne”.

L’apertura al primo piano costituiva l’entrata alla quale si accedeva mediante l’azione di un ponte levatoio azionato entro un vano posto al di sopra. L’attuale ingresso corrisponde ad un precedente varco effettuato successivamente.

I due ambienti al piano terra e al primo piano sono a volta a botte, per accedere all’attuale secondo vano si procede mediante una scala in pietra.

Non si conoscono documenti che attestino il periodo di costruzione, anche se gli studiosi sono concordi di inserire la torre nei primi decenni del Quattrocento, ovvero il periodo di maggior floridezza per la famiglia Quadrio che si era insediata a Chiuro.

La famiglia Quadrio, originaria di Como, emigrò verso il XII secolo, in seguito alle lotte fra Guelfi e Ghibellini. Fra la fine del 1300 e la prima metà del 1400 con Stefano Quadrio (Milite), il paese di Chiuro raggiunge un florido periodo economico e politico. Stefano fece costruire il palazzo fortificato ad Visnatem , di cui rimangono le testimonianze in Via Torre e possedeva un castello a Sazzo; Chiuro era costellato di torri delle quali si riconoscono ancora la parti inferiori inglobate poi nell’edificazione successiva.

Egidio Pedrotti, in “Castelli e torri valtellinesi”, scrive che la torre venne utilizzata dal comandante sforzesco Zenone Gropello, come base di appoggio insieme alle fortificazioni di Chiuro, in seguito alla prima incursione dei Grigioni in Valtellina nel 1486-1487.

E’ probabile che durante la dominazione dei Grigioni anche la torre di Castionetto subì le stesse vicende delle fortificazioni della provincia di Sondrio: allo scopo di rendere più sicura la dominazione, i Grigioni resero inutilizzabili dal punto di vista militare le fortificazioni disseminate sul territorio conquistato.

In un documento conservato presso l’archivio Parrocchiale di Chiuro datato 1622, la torre appartiene alla scuola del Rosario (citazione). Questa scuola rimane proprietaria con i terreni circostanti sino ai primi dell’ottocento quando risulta invece di proprietà della scuola del SS.Sacramento.

Nella prima metà dell’Ottocento nei registri del Catasto Lombardo Veneto i terreni sono di proprietà del Comune di Chiuro. Nel 1885, il rogito Lavizzari, testimonia che i terreni e la torre vengono espropriati, divenendo proprietà comunale.

Da allora la torre cade nell’oblio, pur conservando pienamente il carattere monumentale.

I restauri effettuati nel 2000 finanziati ai sensi della legge n.102/90 comunemente nota come Legge Valtellina hanno consentito la fruibilità e la conservazione del monumento.